ASD LENZA PRAENESTE
PALESTRINA

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FIUME TEVERE

Umbertide (Perugia)

Caratteristiche La sorgente del fiume Tevere si trova sulle pendici del Monte Fumaiolo a 1.268 metri s.l.m.. Il fiume nasce sul lato del monte che volge verso la Toscana, in prossimità della località “Balze”, una frazione del comune di Verghereto. Ha una lunghezza di circa 392 chilometri, dall’Appennino al mare Tirreno. Nella cittadina umbra di Umbertide il fiume Tevere, a seguito di una serie di lavori di manutenzione in alveo e sulle sponde, ha assunto caratteristiche talmente adatte alla pesca, soprattutto agonistica, da diventare “Impianto sportivo di pesca Città di Umbertide”, sotto l’egida della F.I.P.S.A.S.. La capienza è di 285 concorrenti. E’ anche un luogo attrezzato che si estende per oltre 2.900 metri in riva idrografica sinistra del fiume. L’impianto è facilmente agibile ed è costeggiato da una strada lungo la quale è possibile parcheggiare comodamente l’auto. La conformazione del fiume è simile ad un ampio canale, largo circa 40 metri, a deflusso lento, acqua pulita e profondità variabile tra 2 e 4 metri. Il fondale misto, con buona presenza di ciottoli, permette una pesca varia, con possibilità di allamare cavedani, barbi, lasche, carpe, carassi, anguille, pesci gatto e tutta una serie di ciprinidi minori che vanno dal triotto, all’alborella, alla scardola. Il campo di gara offre un panorama completo delle principali specie ittiche italiane, a disposizione sia dell’agonista sia dei pescatori per diletto; questi ultimi possono passare proficue ore di pesca e trovarsi alle prese con pesci di ogni genere e taglia. Il tutto, in una zona di facilissimo accesso e strutturata in modo da rispondere alle esigenze di ogni pescatore, anche di quelli più giovani. Caratteristiche agonistiche Sia in gara sia nella pesca amatoriale, il Tevere a Umbertide si presta all’applicazione di tutte le tecniche utilizzabili per la cattura dei pesci d’acqua dolce. E’ infatti possibile pescare all’inglese, in roubaisienne, con bolognese e con canna fissa; tutto ciò a patto che si utilizzino fili sottili e lenze leggere. Ovviamente la scelta della tecnica più adatta al momento è dettata dalla stagione e dalle condizioni idriche del fiume. Anche il tratto di campo gara può influenzare la scelta della tecnica più propizia. Ogni zona, infatti, è caratterizzata da specie ittiche prevalenti diverse e di conseguenza la tecnica deve essere adeguata in tal senso. Il Tevere a Umbertide risente particolarmente delle pertubazioni atomosferiche. Basta, cioè, un temporale a monte perche l’acqua si sporchi rapidamente. Al termine della perturbazione è possibile verificare quanto altrettanto rapidamente si pulisca. Campo gara Descrizione delle zone e fisica dei settori Le zone sono suddivise in settori che rispecchiano, in modo uniforme, la velocità dell’acqua e la sua profondità, con la sola zona della “Carpina Alta” che, per motivi logistici si ritrova con i primi due settori (A -il più scomodo a scendere- B) a carattere quasi torrentizio (la velocità superficiale dell’acqua e di 5,66 sec./metro), pari a 10,60 minuto, mentre l’ultimo (C), essendovi più profondità, rallenta di molto la sua corsa, sino a raggiungere una piccola cascata prodotta da una briglia. La seconda zona, la “Carpina Bassa”, e la più bella e pescosa in assoluto. Il settore A, anche se scomodo nei primi picchetti e con l’acqua molto ossigenata dalla piccola cascata, non ha acque profonde. Gli altri settori, partendo dal C fina meta E, non avendo alberi davanti, possono permettere al garista di utilizzare la pesca all’inglese sull’altra sponda. Ottime le postazioni realizzate su ciottolate di fiume. Unico inconveniente il poco spazio retrostante e quindi il bisogno di utilizzare la roubaisienne divisa in due parti. La zona dei “fili”, chiamata cosi poichè attraversata da due serie di fili (messi in sicurezza per l’utilizzo di canne al carbonio) è la zona con profondità quasi costante e con vegetazione sull’altra sponda (qualche albero semisommerso). Certamente l’uso della roubaisienne è da privilegiare rispetto all’inglese, ma se si riesce ad essere precisi nei lanci, anche qust’ultima può dare i suoi frutti, previ abbondante pasturazione iniziale. La velocità è di 6,30 metri al minuto. Quella del “campo sportivo” è costituita dai primi due settori (A-B) con una profondità discreta ma C ed in special modo D con poca acqua. Anche qui si può utilizzare l’inglese sull’altra sponda la dove, qualche albero semisommerso, crea una zona di calma, dietro le sue fronde. La zona del “muraglione” cosi appellata poiché costeggia la antiche mura di Umbertide, è quella più attrezzata e forse la più tecnica, richiedendo scelte di pesca svariate, come la roubaisienne sotto i pedi oppure a 14,50, sul fondo, a mezz’acqua o all’inglese sull’altra sponda. Data la discreta profondità che va dai 3,60 ai 5,00 metri. Qui spesso, vengono disputate le competizioni aperte ai disabili in quanto, le postazioni sono completamente in tartan e in piano, con tavola di battuta ferma pedi. Di queste iniziative ce ne dovrebbero essere molte di più in Italia. Le zone sotto al ponte si dividono in due, anche se allacciate da una strada bianca agibile senza difficoltà. La prima quella a valle del ponte, è caratterizzata da una profondità quasi costante superiore ai 4 metri, con fondo prevalentemente melmoso, alimentata a monte dallo scarico delle acque reflue della città, con piazzole in calcestruzzo. L’ultima zona, quella delle “acacie e dei pioppi”, è la più alta in assoluto, essendovi dei picchetti (3-4-5) del settore A con acqua superiore ai 6 metri, mentre gli altri con acqua superiore ai 4,50 metri. L’ultimo settore (D) è composto solamente da cinque picchetti oltre i quali la vegetazione non permette accesso prima dello sbarramento dell’ENEL. Tutti i settori sono 28 + 5 posti all’ultimo settore, per complessivi 285 postazioni. Popolazione ittica presente nelle zone Carpina alta Nei settori A-B: cavedani e barbi giganteschi Nel settore C: cavedani, barbi e carpe di varie taglie Carpina bassa Nei settore A prevalenza di cavedani e barbi Negli altri settori tutti i tipi di pesce (carpe, cavedani, barbi e scardole di varie taglie) I fili Tutti i tipi di pesce sopradescritti con prevalenza di carpe e cavedani. Attenzione particolare nel settore C al numero 7 dove, essendoci una secca abbastanza larga, bisogna pescare sin dall’inizio, all’inglese sull’altra sponda. Campo sportivo Tutti i tipi di pesce sopradescritti con prevalenza di carpe e cavedani. Muraglione Carpe, cavedani, barbi, scardole e qualche bremes. Zona sotto al ponte Carpe e cavedani. Zona ai pioppi e alle acacie Carpe e cavedani Tecnica di pesca Montature utizzate: Carpina alta Settori A-B montature con finale del ø 0,08-0,09 piombatura scalata ma non troppo, amo 20/22. Settore C montature con finale del ø 0,09-0,10 con montatura differenziata a seconda se si pescano cavedani o carpe. Per quest’ultime un bulk a 40 centimetri dall’asola e pallini equidistanti fino all’asola stessa. Amo sempre del 20/22. Carpina bassa Nel primo settore montature con finale del ø 0,08-0,09 piombatura scalata ma non troppo, amo del 20/22. Negli altri settori montature non eccessivamente pesanti (4x8 – 4x10 – 4x12) con bulk a 40 centimetri dall’asola e pallini equidistanti fino all’asola stessa. Amo sempre del 20/22/24. I fili Montature non eccessivamente pesanti (4x8 – 4x10 – 4x12) con bulk a 40 centimetri dall’asola e pallini equidistanti fino a quest’ultima. Amo sempre del 20/22/24. Per cavedani montature a scalare verso il basso su una settantina di cm. Campo sportivo Montature non eccessivamente pesanti (4x8 – 4x10 – 4x12) con bulk a 40 centimetri dall’asola e pallini equidistanti fino all’asola stessa. Amo sempre del 20/22/24. Per cavedani montature a scalare verso il basso su una settantina di cm. Solo negli ultimi due settori, dove l’acqua è bassa, utilizzare montature raggruppate ma costruite con pallini del 13 o 14 per galleggianti da 4x8 – 4x10. Muraglione Montature variabili a seconda del tipo di pesce insidiato. Variano da montature per galleggiante a piastra, quindi appoggiate sul fondo per le carpe e carassi o similari (vedi lo squalo della sarfix) a quelle a mezz’acqua per cavedani superiori al chilogrammo che qui fanno da padroni oppure lenze da alborella. Le piastre per carpe o i carassi possono essere da 1 grammo o superiori, mentre quelle da cavedani non superano mai i 4x12. Nelle piastre il corpo principale è costituito da un bulk a 50 cm e pallini distanziati di 10 cm dei quali due appoggiati sul fondo, finale dello 0,10 amo del 20/22 Per le lenze da cavedano queste vanno impostate con spallinata a decrescere dall’asola verso il bulk che dovrà essere piuttosto aperto e quindi morbido, con terminale dello 0,08. Amo del 22/24/25. Zona sotto al ponte Vedi Muraglione Zona ai pioppi e alle acacie Vedi Muraglione Esche & pastura La larva di mosca carnaria (cagnotto) è la regina delle esche. Quella colorata di rosso presenta una attrattiva immediata per la pesca al carasso; quella naturale è più appetita dai cavedani. I caster, utilizzati sia come esca sia come pastura, sono un’ottima alternativa ai cagnotti, specialmente quando si vogliono evitare le abboccate della minutaglia. Il mais si utilizza per carpe e cavedani; è gradito anche dalle scardole. Semi di canapa si posso utilizzare sia da soli sia conglobati nella pastura, questi in’oltre si possono innescare su ami molto piccoli uno o due chicchi e servono ad evitare gli attacchi della minutaglia. L’agonismo ha portato alla elaborazione di particolari sfarinati da bagnarsi sul posto pochi minuti prima della gara o, al massimo, qualche ora prima. Tutti quelli specifici in commercio contengono l’elemento collante; spesso gli agonisti aggiungono degli aromi in base alle proprie esperienze personali. La palla di pastura pesante, quando i regolamenti ne consentono l’utilizzo, deve calare a fondo integra e dissolversi lentamente, in modo che anche parecchio tempo dopo il pesce deve continuare a trovare un richiamo e “qualcosa” che lo trattenga ancora presso di essa. Azione di pesca In gara a Umbertide è consigliata una partenza con canna roubaisienne, che consente di calare in acqua lenze leggerissime con grande delicatezza e precisione. Nella prima fase la preferenza va data alla pesca con passate radenti al fondo cercando di operare nel posto pasturato. La pastura deve essere depositata sempre nel medesimo posto utilizzando lo scodellino, per essere precisi si deve fare una linea teorica utilizzando un punto di riferimento presso la sponda opposta (questo deve essere in linea con la canna). Un ringraziamento particolare va a Roberto Caruso per la descrizione delle zone e dei settori compreso la popolazione ittica prevalente e la tecnica di pesca zona per zona.